martedì 29 dicembre 2009

patetique

o Vena, t'invoco, t'ascolto, ti venero. pulsi ed effondi parole d'oro scarlatto.

mi piego. m'arrendo al tuo negarmi feticci, ormai più che simboli, di una libertà tutta esteriore.
m'inebriano effluvi che non conscevo.
uno, dieci, mille colpi. se in principio è dolore, tendersi di nervi e istinto in fuga, accetto poi accolgo il carezzevole solco dell'aspetto che muta. muta rispondo a te, Vena, che da me non pretendi parole.

...rapsodia.

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il mondo è un buon posto per vivere. non questo luogo, non questa stanza, ma il mondo.
il tempo è un buon momento per crescere.
lo spazio è un buon pretesto per sognare.

scusate se, ancora una volta, ci pretendo più che misere pedine.

grigio

che parli di me, o di nessuno, il senso è lo stesso. osservo lo scivolare sordido del tempo, l'assurdità dello spazio; e amo odio questo nostro mondo. particelle umane vagano evitano scontrano -quale forza le unisce, le divide? e mi ritrovo nei sensi negletti, nel tatto nell'olfatto (unici che la sola morte può spegnere), nella nostra anima bestiale -e vago per questo inferno artificiale, per la perfezione plastica, alla ricerca di un solo, unico, istante-

...uomo, svegliati!

mercoledì 16 dicembre 2009

metamatica

Complessi. Nessuno ha mai dubitato. Ciò di cui forse non riusciamo a convincerci è che in questo mondo, in questa combinazione casuale di eventi, in questo prodotto di insiemi infiniti, la probabilità fallisce. Il gaussianamente aleatorio non conta. Perchè, pur nell'infinito (numerabile), noi abbiamo uno e un solo nostro affine. Uno solo può essere il nostro coniugato. Anch'egli, come logica vuole, decisamente complesso. A ognuno di noi è affidato un solo, un unico complesso coniugato. Forniamo soluzioni diverse alla stessa mistica equazione della vita. Non uguali, non diversi: coincidiamo nella nostra parte reale, nel nostro essere nel mondo, eppure differiamo per la nostra parte immaginaria...in modo da poterci sognare diversi, sempre e comunque. Se le nostre strade convergeranno, o divergeranno, dipenderà solo dalla nostra capacità di mostrarci infiniti, o infinitesimamente miseri. Ciò che è certo, è che il nostro incontro, la nostra produttiva unione, dà vita a qualcosa che è più dell'unione delle singole parti, più della nostra dimensione al quadrato: la nostra fusione annulla la contraddizione negativa, ci porta ad una visione più chiara, reale, delle cose. E' allora, che potremo misurare i nostri limiti, e andare incontro all'infinito che ci attende...

...dedicato all'umano.

Re(x)

domenica 13 dicembre 2009

turn

e se io vi dicessi che non mi sta bene nulla? se vi dicessi che voglio che tutto cambi, dentro e fuori di me? se vi dicessi che più guardo indietro e più vedo momenti belli, ma non magnifici? se vi dicessi che ho paura dello scorrere del tempo, e che ora come non mai ho fretta di vivermi, di bruciare? se vi dicessi che sto cercando di prendere al volo forse una delle ultime occasioni che la vita mi offre per ricominciare da capo?

...se vi dicessi che già so che fallirò...

mi prendereste per pazza, se ci provassi comunque?

sabato 12 dicembre 2009

Lettere?

La Casa Della Testarda E' Luogo Di Arbitrio. Non Contradditela E Lei Vi Donerà Tutta Se Stessa, O Nulla, Se Non Vorrete. Fuori Dal Mondo, Dove Tutto E' Dovuto, In Questo Luogo In Cui Regna Ciò Che Vi Piace, Io Vi Propongo Un Solo Dogma: Libertà...

mercoledì 9 dicembre 2009

impatto col destino

piove...
talmente tanto che non si disinguono i contorni...credi di aver capito? la verità è che NON HAI CAPITO NULLA.

flumen

testarda, come natali vogliono.
sincera, come sempre.
chiara, come non mai.
sognatrice, come il cuore pretende...

e si perde, con davanti a sè un oceano mutevole di sensazioni che si infrange contro il suo sterno, onda, poi schiuma, poi risacca...brilla l'orizzonte, per una luce che l'alba rende sempre più intensa...

...semplicemente impaziente....

venerdì 4 dicembre 2009

notte

cantiamo i lamenti che i lupi ululano alla luna...

...ammiro la perfezione sintonica e melodica della distonia...perchè siamo noi ad aver bisogno della musica, e non la musica ad aver bisogno delle nostre mani.

logorrea, disillusione e sogno

segui gli occhi del mago, ti fissa intensamente: cattura la tua attenzione con la sua mano, coi suoi movimenti fluidi e sicuri...e trama alle tue spalle. alle tue spalle compie l'imbroglio. ti trapassa con lame azzurre e limpide, vestite di sincerità, è maestro della menzogna. ma quando estrae il coniglio dal cilindro, allora non puoi non notare: altri occhi ti guardano ora, due paia d'occhi, terrorizzati e urlanti dolore gli uni, bramosi d'approvazione e applauso gli altri...ma tu, da che parte stai?

uragano pensiero

insoddisfatti come tutti, perchè cerchiamo di evitare il bene? perchè rincorriamo la delusione? rinunciamo alla serenità che una giornata qualunque ci offre...

...e parole su parole scorrono, lente e veloci, e fruscio di lenzuola, e dita che si accavallano, si combattono...

perchè se si è soli ci si lamenta con l'unica persona che ci ascolta? perchè se non si è soli si brama il silenzio? cerco carta scura per coprire i vetri, perchè sia per sempre notte, con le sue piccole certezze, col suo nero avvolgente...

...voglio tempo per sentirmi respirare...

voglio risentire la pienezza di me, voglio essere per me stessa e per nessun altro...voglio scoprire i limiti della mia fragilità, del mio spirito...voglio sbattere contro il mondo, ho bisogno di capire se sono forte abbastanza! lasciatemi sbagliare, vi prego....

non voglio pensare a nessuno. nessuna responsabilità, nessun peso, nessun controllo, neanche di me stessa...

irresponsabile.

crash

rischia di debordare...e non vuole parlare con nessuno. vorrebbe solo non pensare, vivere nel mondo circondata dalla gente, eppure è proprio ciò che rifugge...non esiste controllo...lascia che il freddo le tagli le mani, all'altezza della membrana tra il pollice e l'indice...perchè il dolore, si sa, colpisce sempre nei punti più deboli.

...lasciatemi un po' in pace...

martedì 1 dicembre 2009

up to you

inutile scrutare l'orizzonte, mio amico viandante, il cerchio si chiude nella sua morbida perfezione, confondendoti, senza offrirti immagini di ciò che ti aspetterà. in questo altopiano bruno e spoglio i quattro venti si danno battaglia e tu, impotente, non puoi che osservare, ammirare e subire....la tramontana ti gela le ciglia, arrossa le guance, taglia le mani e le labbra...lo scirocco ti tortura, ti sputa in faccia la sua sabbia, il caldo ti opprime il petto...da oriente non giunge luce d'alba o di stelle, ad occidente un tramonto bello e crudele ti riempie gli occhi di lacrime...i capelli sparsi al vento ti pungono la faccia, ti tormentano...raccogli le tue povere cose, mio viandante emozionale...che strada sceglierai?

lunedì 30 novembre 2009

tutto ciò che merito

i sospiri hanno una melodia inimitabile...il suono delle nostre profondità, quelle che di solito la superficie maschera meravigliosamente...non basta l'ossigeno, ancora, ancora, o soffoco...boccheggio nell'immobilità che mi circonda, annego...no non posso, non devo! riemergo...ancora un respiro profondo, ancora un sospiro...ossigeno...oggi compongo musica lieve, triste....

domenica 29 novembre 2009

flash III

stasera rasento la follia...ti prego lasciami in pace...notte ti imploro, spegnimi, annulla i miei pensieri, donami qualche attimo di pace....tempo ti scongiuro, accelera il tuo passo, salva questa tua figlia...

terapicus

rischio di implosione improvvisa. scoppio di eventi, ribollendo il sangue si riversa nello stomaco, chiede disperatamente una valvola di sfogo-i muscoli si tendono, ticchettano le dita impazzite sulla tastiera, non torno indietro no, stavolta non mi lascerò contenere-la mascella si serra, soffio parole a denti stretti.
non è rabbia, non è gioia è pura emozione: le vene esplodono, i polmoni collassano, il soffio diventa valanga-voglio scacciare ogni spirito per ricostruirmi da zero. le dita cercano corde che non trovano più, da accarezzare da mordere spezzare per assecondare questa baritonale metamorfosi dell'anima, non apro gli occhi no...il naso si arriccia potrei mordere sfogare così contagiare con la rabbia, le fauci si aprono...

....non-suono....

esecrabile tentativo di abbandonare la mia parte viscerale. e allora condannatemi. ero vulcano, ho vomitato emotività, ma ora sono roccia. i nervi bruciati mi concedono qualche istante di non-sensazione....

mercoledì 25 novembre 2009

tempo

cerco di mettere insieme brandelli di memoria...e se il collante usato sarà la creatività, abbiate pietà di questa piccola anima...ricostruisco le prime ore di questa stranissima giornata, o almeno ci provo.

fase 1: illusione---------------------------------------------------------------------
una landa bruna ci circonda, a stento sostiene il peso di un cielo grigio di nubi. il vento la spazza, non importa se con dolcezza o con forza, il risultato è ostile e desolante. un cavaliere ci avvicina (ci? chi siamo? non ne ho idea, ma già so che ci avvicina, qualcuno, o molti, sono con me) non riesco a guardarlo in volto, ha un'armatura pesante e cavalca un destriero bruno che è tutt'uno con la terra arsa. qualcosa, non so cosa, mi fa intendere qualche minaccia, che tornerà, sì tornerà, per cercare me, per rubarmi qualcosa. tutti, a causa mia, sono coinvolti nella caccia. a questo punto non c'è scelta: decidiamo di dividerci (ma chi siamo? ancora non distinguo volti) in modo da disorientare le ricerche. prima però, svuoto il mio zaino di scuola di tutto il suo contenuto, distribuendolo a caso ai miei compagni di sventura: qualcosa già non va, nel mio zaino ci sono cose troppo comuni, troppo umane per il contesto...e così dono a qualcuno il mio libretto universitario, a qualcuno il mio portafogli, le mie chiavi...non-sense. comunque, io e Leoben (finalmente riconosco un volto!) decidiamo di andare via, ormai viaggeremo leggeri, veloci...
sono in una casa che non conosco, sola, se si esclude la voce di mia madre proveniente da un luogo che non distinguo. devo prepararmi alla caccia, penso a mettermi comoda, indosso la mia salopette e scarpe che non conosco, prendo con me il piumino bianco, nella landa fa freddo, a cavallo fa freddo, con il vento fa freddo, nel terrore fa freddo...riempio nuovamente il mio zaino: prendo la torcia che ha comprato mio padre, ne prendo un'altra qualora quella non funzionasse...non ho nient'altro. scappo, fuori dalla porta, su un pianerottolo decisamente troppo ampio, c'è Leoben che mi aspetta. non mi cacceranno da sola...metto ancora nei guai qualcuno. gli vado incontro, ma sul marmo del pavimento c'è come una fessura, sottile, la salto....dalla destra spunta un busto di uomo, trafelato, si scusa per non so che, ci chiede se vogliamo scendere al piano inferiore...annuiamo, qualche leva scatta, il piano di marmo che ci sorregge scivola giù....improvvisamente, quando ci troviamo al piano terra, lo stesso ragazzo sistema dei banchi, Leoben non obietta, io non capisco...in poco tempo molti ragazzi riempiono i tavoli appena sistemati, io nella mia piccolezza non vedo più cosa accade nelle prime file. intanto chiedo a Leoben se ha idea di quanto potrà durare la nostra caccia: forse credendo di rassicurarmi, mi dice che l'ultima è durata quasi un mese...un mese? io ho mille cose da fare in un mese, devo preparare gli esami...l'illusione comincia a riempirsi di crepe...
finalmente sentiamo di nuovo la voce del ragazzo dell'ascensore. ci dà consigli su come affrontare questo test di biologia, necessario per poter uscire dallo stabile e partire per la caccia...io non so nulla, e poi cosa centra la biologia? (l'illusione si fa sempre più tenue) e poi non posso stare qui, devo recuperare il mio portafogli e il mio libretto con il badge, o domani non mi faranno entrare in mensa (l'illusione si stira, comincia a lacerarsi)...Leoben mi tranquillizza, ne verremo fuori, per superare il test basta essere iscritti al "mater dei" e lui lo è...mater dei? non capisco...cos'è? l'illusione svanisce definitivamente....

fase 2: realtà------------------------------------------------------------------------
07:30 Bisogno profondo di respirare. libero il collo, lo espongo al freddo. su e giù, su e giù, il diaframma sembra impazzito, le narici gelano e al tempo stesso godono del freddo penetrante. respiri profondi...fuoco sotto e dentro di me, ghiaccio fuori. si tratta di trovare l'equilibrio....

perseguitata da "la canzone di Marinella"...frulla nella testa frulla...

domenica 22 novembre 2009

tregua

metterò un po' da parte il cinismo che ha dominato gli ultimi giorni. butterò via anche quel dannato supereroismo che ammorba le nostre vite e le trasforma ne la vita, l'unica possibile e a cui il mondo intero dovrebbe prestare la propria attenzione. per una volta smetterò di dimenticare la nostra infinita piccolezza di fronte ai millenni e alla saggezza di un sasso di selciato...a cosa è dovuto tutto ciò? ad un evento senza dubbio straordinario...

questa notte, nell'infinita confusione che solo il silenzio sa creare, in un contorcersi di coperte per un sonno che tardava (ancora una volta) ad arrivare, sono stata sorpresa da un suono, man mano sempre più distinto...un trillare, un fischiare...impossibile, ho pensato, che sia già giunta l'alba...mi sono alzata, e i miei piedi stanchi hanno fatto scricchiolare il legno caldo e vecchio ad ogni passo, spingendomi dolcemente verso la finestra...ho cercato di osservare, di scrutare fra le stecche della persiana, ma nulla...l'alba era ancora lontana, l'ora ignota, ma ancor più sconosciuta restava la provenienza di quel canto, insistente eppure mai uguale a se stesso...
...dove sei, passerotto notturno? come mai sveglio, a quest'ora? forse tenti di risvegliare questo mondo assopito, per comunicargli cosa? eccomi, cardellino instancabile, sono in piedi, e ti ascolto...vuoi forse che questa città si svegli, ti ascolti, si nutra della tua gioia e non sprechi le ore della notte in un riposo immeritato? o vuoi forse annunciare la fretta della fine, l'orrore del baratro, e come i grandi poeti racconti l'inferno con parole d'oro e diamante? ti ascolto, messaggero del cielo...tu, libero per eccellenza, canti forse la dolce tristezza della solitudine? posso io cantare con te?

...un frullare d'ali...

torno a letto, serena...mai più sola, credo abbia cantato per minuti, prima che capissi, prima che sparisse...
grazie a tutti coloro che ogni giorno confermano che le distanze, come la solitudine, non sono che illusione...

venerdì 20 novembre 2009

...

la coerenza la lascio a voi...a voi che alla mattina vi svegliate e sapete qual è il vostro colore preferito. a voi che avete un vostro stile definito. che sapete cosa indossare la mattina. che ascoltate la vostra musica, e avete su sempre gli stessi capelli, la stessa faccia. mentre io, per un giorno ancora, rivolgo il naso verso il cielo grigio, cercando chissà cosa... e mentre una canzone che mai avrei pensato manda in pezzi il silenzio e mi fa gridare, rompe l'educazione della mia gola, mi concedo il beneficio del dubbio....

forte o debole? ditemelo voi...

martedì 17 novembre 2009

mechanical brain

ci sono giorni in cui il cervello non obbedisce.
sono giorni in cui le allucinazioni olfattive e i deja-vù hanno la meglio.
sono giorni in cui non sei troppo certo del sopra e del sotto, e attribuisci tutto alla mancanza di sonno. ingolli caffè, ma la situazione non cambia: rimbalzi, scivoli sulle cose senza intenderle, non c'è attrito, non assorbi più nulla dal mondo esterno...ti senti una palla di gommapiuma col mal di mare...
d'altra parte, dicono che tutto si trasmetta per impulsi elettrici. dicono che il nostro cervello disobbediente sia in realtà come la centrale elettrica più importante di questa grande città che è il corpo umano.
beh, si vede che oggi c'è blackout....

sabato 14 novembre 2009

flash II

trovo su un giornale:
"5 piste per essere soddisfatti di se stessi e avere successo"

...al povero lettore, alla seconda pista fanno già male le narici.

--cinico mode OFF--

martedì 10 novembre 2009

flash

rido, senza motivo.
le mie labbra si schiudono, si piegano, sorridono, si uniscono di nuovo senza pronunciare parola. gli occhi un po' brillano. e se fuori tutto è rumore, tuoni, e cielo che cade in terra in mille pezzi, poco conta. felice di essere felice.

lunedì 9 novembre 2009

a new beginning...again

Acqua che scorre. Lenta, rapida, bollente, scava e rimodella il mio corpo. Scivola sulla fronte e sugli occhi, cancellando ogni pensiero. Accarezza le labbra; soffiando respiro di nuovo. Lambisce le spalle, rimuove ogni peso. Monda il petto, scacciando ogni ansia, sfiora lo stomaco, dissolve la rabbia. Ogni passione arrugginisce: mi trasformo in pietra dura, e ascolto sussurrare l'acqua che scorre. Catarsi...

un nuovo inizio.  l'ennesimo, ma di certo il più radicale.  stavolta è davvero cambiato tutto: è cambiato l'ambiente, il ruolo, la compagnia, l'obiettivo.  è cambiato il mio modo di vivere giorno per giorno.  io sono cambiata, almeno credo.
ancora una volta ho tentennato all'idea di dover creare qualcosa di mio, all'idea di offrire al mondo una immagine di me indiretta, priva del raffronto personale.  ancora una volta ho esitato, cercando ansiosamente qualcosa che mi rappresentasse al meglio, qualcosa che mi piacesse definitivamente, qualcosa che mai più avrei cambiato, così da dare una immagine ferma e certa di me.  per la prima volta, però, mi sono fermata, e ho inteso.  ho compreso che non questo posto, non questo cielo, non questo corpo saranno mai definitivi, non i miei gusti, le mie idee o i miei sentimenti.  per la prima volta mi compiaccio della mia fragile e naturale tendenza alla contraddizione. dove abito? chi sono? non ne ho idea.  ovunque è la mia casa, e la mia parte più vera è quella che ancora non conosco.
benvenuti nel mio mondo...

Nora