domenica 22 novembre 2009

tregua

metterò un po' da parte il cinismo che ha dominato gli ultimi giorni. butterò via anche quel dannato supereroismo che ammorba le nostre vite e le trasforma ne la vita, l'unica possibile e a cui il mondo intero dovrebbe prestare la propria attenzione. per una volta smetterò di dimenticare la nostra infinita piccolezza di fronte ai millenni e alla saggezza di un sasso di selciato...a cosa è dovuto tutto ciò? ad un evento senza dubbio straordinario...

questa notte, nell'infinita confusione che solo il silenzio sa creare, in un contorcersi di coperte per un sonno che tardava (ancora una volta) ad arrivare, sono stata sorpresa da un suono, man mano sempre più distinto...un trillare, un fischiare...impossibile, ho pensato, che sia già giunta l'alba...mi sono alzata, e i miei piedi stanchi hanno fatto scricchiolare il legno caldo e vecchio ad ogni passo, spingendomi dolcemente verso la finestra...ho cercato di osservare, di scrutare fra le stecche della persiana, ma nulla...l'alba era ancora lontana, l'ora ignota, ma ancor più sconosciuta restava la provenienza di quel canto, insistente eppure mai uguale a se stesso...
...dove sei, passerotto notturno? come mai sveglio, a quest'ora? forse tenti di risvegliare questo mondo assopito, per comunicargli cosa? eccomi, cardellino instancabile, sono in piedi, e ti ascolto...vuoi forse che questa città si svegli, ti ascolti, si nutra della tua gioia e non sprechi le ore della notte in un riposo immeritato? o vuoi forse annunciare la fretta della fine, l'orrore del baratro, e come i grandi poeti racconti l'inferno con parole d'oro e diamante? ti ascolto, messaggero del cielo...tu, libero per eccellenza, canti forse la dolce tristezza della solitudine? posso io cantare con te?

...un frullare d'ali...

torno a letto, serena...mai più sola, credo abbia cantato per minuti, prima che capissi, prima che sparisse...
grazie a tutti coloro che ogni giorno confermano che le distanze, come la solitudine, non sono che illusione...

1 commento:

  1. La notte, il legno caldo sotto i piedi, e stecche di persiane.
    Cosa si può pretendere di più?
    (Il canto di un cardellino)

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