mercoledì 16 dicembre 2009

metamatica

Complessi. Nessuno ha mai dubitato. Ciò di cui forse non riusciamo a convincerci è che in questo mondo, in questa combinazione casuale di eventi, in questo prodotto di insiemi infiniti, la probabilità fallisce. Il gaussianamente aleatorio non conta. Perchè, pur nell'infinito (numerabile), noi abbiamo uno e un solo nostro affine. Uno solo può essere il nostro coniugato. Anch'egli, come logica vuole, decisamente complesso. A ognuno di noi è affidato un solo, un unico complesso coniugato. Forniamo soluzioni diverse alla stessa mistica equazione della vita. Non uguali, non diversi: coincidiamo nella nostra parte reale, nel nostro essere nel mondo, eppure differiamo per la nostra parte immaginaria...in modo da poterci sognare diversi, sempre e comunque. Se le nostre strade convergeranno, o divergeranno, dipenderà solo dalla nostra capacità di mostrarci infiniti, o infinitesimamente miseri. Ciò che è certo, è che il nostro incontro, la nostra produttiva unione, dà vita a qualcosa che è più dell'unione delle singole parti, più della nostra dimensione al quadrato: la nostra fusione annulla la contraddizione negativa, ci porta ad una visione più chiara, reale, delle cose. E' allora, che potremo misurare i nostri limiti, e andare incontro all'infinito che ci attende...

...dedicato all'umano.

Re(x)

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