troppo, troppo immersa nelle cose. cerca rifugio, ancora una volta, nel glorioso divagare del verbo. ma stasera, ahimè, nessuna clemenza è per me. perfino i tasti rispondono crudi alle mie dita, il ticchettìo s'insinua fra i nervi del collo, tutto mi infanga, mi incatena a questa sera senza senso. stasera niente difese nè astrazioni, nessuna protezione, per l'anima -incredibilmente, infinitamente- fragile di una testarda.
tragedie, commedie,
son le nostre, non vite;
per questo v'invito,
v'imploro,
fratelli,
scrivete, fuggite...
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