sensazione di ruotare sul giusto centro gravitazionale, pulsare, spegnersi, pulsare, frenetico...
...uno dei quattro galileiani; diciotto; un piccolo uncino di ferro ritorto e acuminato tenta branchie golose e stolide...
tutto questo, perchè la lingua non ha il coraggio della pronuncia.
domenica 31 gennaio 2010
sabato 30 gennaio 2010
visioni di suono
...cetra suonava, un uomo cantava, a casa di H.
e nell'inverno freddo, nel cielo greve di nubi bianche, un merlo volteggia, sorvola le case: silenzioso vaga, silenziosa lo guardo, carbone in un mondo di glassa e neve.
ringrazio il cielo, di quest'ennesimo dono, grazie...
e nell'inverno freddo, nel cielo greve di nubi bianche, un merlo volteggia, sorvola le case: silenzioso vaga, silenziosa lo guardo, carbone in un mondo di glassa e neve.
ringrazio il cielo, di quest'ennesimo dono, grazie...
martedì 26 gennaio 2010
(parentesi)
oggi, non so perchè, sono chiacchierona. assomiglio a quelle gatte che miagolano, insolenti, sotto il balcone di casa, e tu non vuoi ascoltarle; e loro miagolano.
oggi non ho voglia di giri di parole. meow...
oggi mi sono chiesta: ma cosa li abbiamo a fare, i cellulari? mi sono risposta: per farci attivare a pagamento promozioni che non vogliamo. meow...
oggi ho scoperto che se ti piacciono i jeans aderenti ma hai i piedi ghiacciati ci sono solo due cose che puoi fare: indossare i calzini prima dei pantaloni, o passare le prossime due ore a combattere, ignorando la fisica e la forza d'attrito. meow...
oggi nevica; e la gatta è molto, mooolto felice. meow...
oggi ho tirato una, e sottolineo una sola palla di neve: dico io, ma che mondo è mai questo? meow...
oggi il panorama sembra un quadro (di quelli belli, con i bordi ripassati in gesso), ma in un museo scadente, e con una illuminazione penosa. meow...
oggi sono pigra da far schifo. non ho la forza di fare nulla, neanche di premere il prossimo tas- meow....
oggi fuori ha smesso. e, dentro, dovrei smetterla anch'io.
...meow...
oggi non ho voglia di giri di parole. meow...
oggi mi sono chiesta: ma cosa li abbiamo a fare, i cellulari? mi sono risposta: per farci attivare a pagamento promozioni che non vogliamo. meow...
oggi ho scoperto che se ti piacciono i jeans aderenti ma hai i piedi ghiacciati ci sono solo due cose che puoi fare: indossare i calzini prima dei pantaloni, o passare le prossime due ore a combattere, ignorando la fisica e la forza d'attrito. meow...
oggi nevica; e la gatta è molto, mooolto felice. meow...
oggi ho tirato una, e sottolineo una sola palla di neve: dico io, ma che mondo è mai questo? meow...
oggi il panorama sembra un quadro (di quelli belli, con i bordi ripassati in gesso), ma in un museo scadente, e con una illuminazione penosa. meow...
oggi sono pigra da far schifo. non ho la forza di fare nulla, neanche di premere il prossimo tas- meow....
oggi fuori ha smesso. e, dentro, dovrei smetterla anch'io.
...meow...
visioni bianche
solo un incanto così intenso, coinvolgente, poteva riportarmi con i piedi per terra. aspettando il soffice atterraggio, volteggiavo, danzavo, fresca, con le mie bianche compagne di viaggio...
flash IV
non sa, forse vuole prendersi una pausa; così, per sgranchirsi le gambe.
ha voglia di aprire le finestre di questa Casa Testarda, cambiare un
po' l'aria. in effetti però, il suo essere qui è la negazione della
pausa che tanto agogna: contraddizione, per iniziare, con un contorno di
patate lesse e patè di fegato d'oca. ci abbinerei un vino pesante, da
sbronza pre-pasto.
p.s. in effetti, vorrebbe placidamente lasciarsi distruggere....
p.s. in effetti, vorrebbe placidamente lasciarsi distruggere....
martedì 19 gennaio 2010
visioni in cammino
dopo lungo peregrinare giunse in vista della città incantata: sorpresi, rapiti, furono i suoi occhi da tanta magia.
alberi imponenti con radici aeree immerse nel latte, strade illuminate da enormi lucciole meccaniche, e palazzi, torri e castelli che s'abbandonavano in un abbraccio dolce col cielo, senza stabilire confini...una città magnifica, dai contorni sfuocati...
si gettò, ansiosa, sulla strada che conduceva nel borgo, scapicollandosi sull'acciottolato, correndo ancora e ancora, malgrado continuasse ad inciampare sulla strada irregolare. d'improvviso s'accorse di avere la pelle tesa da un gelo che, però, pur tentando, non riusciva ad entrarle dentro, quasi un fuoco ardente, di serenità e fierezza, le scaldasse il sangue all'altezza del cuore...era, questa, una città di mocassini, pipe e cappelli, dove singoli, o coppie, o piccoli gruppi di uomini s'incamminavano sulla strada della propria esistenza, incuranti del mondo circostante; un mondo sereno, senza guerre, senza preoccupazioni....s'avviò, fiduciosa, per le strade, diretta unicamente ed inconsapevolmente a quella buca delle lettere.
I stand proud (and stubborn, of course...)
alberi imponenti con radici aeree immerse nel latte, strade illuminate da enormi lucciole meccaniche, e palazzi, torri e castelli che s'abbandonavano in un abbraccio dolce col cielo, senza stabilire confini...una città magnifica, dai contorni sfuocati...
si gettò, ansiosa, sulla strada che conduceva nel borgo, scapicollandosi sull'acciottolato, correndo ancora e ancora, malgrado continuasse ad inciampare sulla strada irregolare. d'improvviso s'accorse di avere la pelle tesa da un gelo che, però, pur tentando, non riusciva ad entrarle dentro, quasi un fuoco ardente, di serenità e fierezza, le scaldasse il sangue all'altezza del cuore...era, questa, una città di mocassini, pipe e cappelli, dove singoli, o coppie, o piccoli gruppi di uomini s'incamminavano sulla strada della propria esistenza, incuranti del mondo circostante; un mondo sereno, senza guerre, senza preoccupazioni....s'avviò, fiduciosa, per le strade, diretta unicamente ed inconsapevolmente a quella buca delle lettere.
I stand proud (and stubborn, of course...)
domenica 17 gennaio 2010
visioni animaliste
un lupo e una gatta avanzano affiancati nell'aria finalmente dicembrina. l'uno dall'aspetto agile e selvaggio, con lo sguardo famelico e passo breve sul terreno ghiacciato. l'altra scattante sulle zampe felpate, non rimane indietro, mai, malgrado il corpo più esile. oscillano le vibrisse, per tastare l'aria: l'inverno si preannuncia duro, carico di neve e con poche prede. soffrono la fame e l'astinenza, queste bestie vagabonde, le zampe ghiacciate dal freddo. eppure procedono, il muso basso per contrastare l'aria gelida che taglia le narici.
il manto, grigio-argento l'uno, nerissimo l'altro, li rende la sfumatura oscura di questo mondo che si cela e si maschera dietro il biancore candido del nevischio.
un cane-lupo vagava per il quartiere, alla ricerca di sè; il gatto che finora aveva osservato voglioso gli uccellini della vicina, improvvisamente lo ha seguito. buon viaggio, amici della mia anima...
il manto, grigio-argento l'uno, nerissimo l'altro, li rende la sfumatura oscura di questo mondo che si cela e si maschera dietro il biancore candido del nevischio.
un cane-lupo vagava per il quartiere, alla ricerca di sè; il gatto che finora aveva osservato voglioso gli uccellini della vicina, improvvisamente lo ha seguito. buon viaggio, amici della mia anima...
visioni d'apocalisse (o anche: acetilcolina)
cieli neri, cupi, in tempesta. creature orrende, angeli-demoni in volo, con ali di carne, spesse e pallide, come il resto del loro corpo spaventoso. urla così sottili, tremende, fendevano l'aria assieme ai fulmini, struggevano...ci costringevano a fermarci, piegarci, serrare occhi e orecchie, nella speranza di scacciare il male dal nostro mondo. fuga affannata, senso di opprimente terrore sfumate dalla capacità della mente di offuscare i ricordi peggiori...
ho spalancato gli occhi nell'oscurità, il primordiale istinto di urlare il tuo nome, quasi mi potessi sentire, per chiederti conforto, sostegno, in questa notte buia...(trattenevo stretta a me la tua promessa, alla fine sì, alla fine avrei potuto...)
eppure ero felice, serena, qualche istante prima: chiaro, dunque, come tutto non sia che un galleggiare sulle maree della sensazione...anche il velo più bello può celare l'immobile, persistente senso di morte...soffocante.
la paura, come al solito, spinge all'azione: ci sono un paio di cosette che, ora so, devo ancora mettere in chiaro; così, forse, i demoni spariranno.
decisamente, un week-end da vampiri....
ho spalancato gli occhi nell'oscurità, il primordiale istinto di urlare il tuo nome, quasi mi potessi sentire, per chiederti conforto, sostegno, in questa notte buia...(trattenevo stretta a me la tua promessa, alla fine sì, alla fine avrei potuto...)
eppure ero felice, serena, qualche istante prima: chiaro, dunque, come tutto non sia che un galleggiare sulle maree della sensazione...anche il velo più bello può celare l'immobile, persistente senso di morte...soffocante.
la paura, come al solito, spinge all'azione: ci sono un paio di cosette che, ora so, devo ancora mettere in chiaro; così, forse, i demoni spariranno.
decisamente, un week-end da vampiri....
giovedì 14 gennaio 2010
break. ovvero: scuse, spiegazioni e tributi
ok, eccomi qua...so che è assurdo, ma mi riesce enormemente difficile di parlar chiaro, in questa Casa Testarda. ma un post del genere, diciamocelo, mi sento in dovere di scriverlo.
innanzitutto, avrete notato, dura da un po' di tempo questo "ciclo delle visioni" (spero a nessuno disturbi che una principiante si metta a fare il gioco della grande scrittrice). la verità è che, come sempre, mi riesce difficile rappresentarmi, mentre è per me quasi naturale saltare un gradino, e descrivervi quali lidi il mio cervello (anche se sarebbe più giusto dire il mio animo) raggiunge nei momenti più sereni, o di emozione più intensa. per questo mi scuso con tutti coloro i quali, arrivando in questa Casa Testarda, si scontrano con un muro spesso di (forse belle) parole, ma non riescono a penetrarne il significato. a costoro chiedo di: umilmente, lasciar perdere. se potete, cogliete il suono, la forma (di certo scarna e deforme), e chiedete al vostro cuore, al vostro cervello, di dar loro un senso: arbitrio e libertà di interpretazione è ciò che vi dono con più gioia, dacchè, spesso, neanch'io ho chiaro il senso di ciò che riverso fuori di me, in fiumi di caratteri. mi scuso anche con chi, accettando questo compromesso, mi concede l'ambitissimo onore di lasciare una traccia del proprio passaggio: l'imbarazzo gentile suscitato dalla vostra attenzione mi strozza in gola un grazie che da tempo vi devo. certo è che: c'è molto di vero, molto di reale, molto di irreale, molto di me, in ognuna di queste parole, stimolate da un sospiro, una parola, un evento, un cielo, qualsiasi cosa degna dell'attenzione di uno dei miei cinque sensi....
infine: vero è tutto questo, ma soprattutto che di parlare di me (chiaramente) non se ne parla...sarà perchè sono Testarda.
innanzitutto, avrete notato, dura da un po' di tempo questo "ciclo delle visioni" (spero a nessuno disturbi che una principiante si metta a fare il gioco della grande scrittrice). la verità è che, come sempre, mi riesce difficile rappresentarmi, mentre è per me quasi naturale saltare un gradino, e descrivervi quali lidi il mio cervello (anche se sarebbe più giusto dire il mio animo) raggiunge nei momenti più sereni, o di emozione più intensa. per questo mi scuso con tutti coloro i quali, arrivando in questa Casa Testarda, si scontrano con un muro spesso di (forse belle) parole, ma non riescono a penetrarne il significato. a costoro chiedo di: umilmente, lasciar perdere. se potete, cogliete il suono, la forma (di certo scarna e deforme), e chiedete al vostro cuore, al vostro cervello, di dar loro un senso: arbitrio e libertà di interpretazione è ciò che vi dono con più gioia, dacchè, spesso, neanch'io ho chiaro il senso di ciò che riverso fuori di me, in fiumi di caratteri. mi scuso anche con chi, accettando questo compromesso, mi concede l'ambitissimo onore di lasciare una traccia del proprio passaggio: l'imbarazzo gentile suscitato dalla vostra attenzione mi strozza in gola un grazie che da tempo vi devo. certo è che: c'è molto di vero, molto di reale, molto di irreale, molto di me, in ognuna di queste parole, stimolate da un sospiro, una parola, un evento, un cielo, qualsiasi cosa degna dell'attenzione di uno dei miei cinque sensi....
infine: vero è tutto questo, ma soprattutto che di parlare di me (chiaramente) non se ne parla...sarà perchè sono Testarda.
visioni sonore
ho visto qualcuno, invisibile agli occhi, mettermi il morso: forzare i denti alla presa, costringere le guance alla trazione. incurante della mia mutazione animale, ho trainato per ore il carro vecchio e logoro della routine quotidiana.
è giunto poi un momento, salvifico, in cui quella barra di metallo si è dissolta...la mascella, indolenzita, ha tentato di pronunciare parole di dolce, puro, sereno giubilo.
poesia s'espandeva nell'aria, ma solo per me...
...perchè solo Orione, ormai, è testimone dei miei peccati.
è giunto poi un momento, salvifico, in cui quella barra di metallo si è dissolta...la mascella, indolenzita, ha tentato di pronunciare parole di dolce, puro, sereno giubilo.
poesia s'espandeva nell'aria, ma solo per me...
...perchè solo Orione, ormai, è testimone dei miei peccati.
domenica 10 gennaio 2010
visioni di riflessi
ho visto edera, salici e ninfee specchiarsi nella lucentezza di un revolver, lo sguardo perso nel nero terrore.
ho visto l'anima galleggiare in un riflesso.
(ho ricordato Monet...)
ho visto l'anima galleggiare in un riflesso.
(ho ricordato Monet...)
visioni di spazi (domestici)
oceano di rosso tumulto, orizzonte di fiamma; ecco, ecco dov'era l'inferno.
sabato 9 gennaio 2010
visioni di un addio
ho aperto gli occhi, e ho visto un grande letto a baldacchino in un prato.
aveva coperte preziose, trine eleganti: ordito verde-argento, trama color della terra.
aveva cuscini soffici, ricamati, che sembravano un brulicar di foglie di querceti antichi.
aveva tende delicate, di un azzurro tenue -eppure così vigoroso, così intenso- che parevano dipinte ad arte da qualche maestro.
su questa morbidezza, una ragazza giaceva; il Tempo, poi, le disse di andare. così la ragazza, a piedi nudi sul prato, è scivolata via; così la ragazza, il viso impassibile, ha abbandonato il suo caldo rifugio: lì, tra i cuscini, ha lasciato il suo cuore.
Un falco volteggia, austero.
[...respiro di lana...]
aveva coperte preziose, trine eleganti: ordito verde-argento, trama color della terra.
aveva cuscini soffici, ricamati, che sembravano un brulicar di foglie di querceti antichi.
aveva tende delicate, di un azzurro tenue -eppure così vigoroso, così intenso- che parevano dipinte ad arte da qualche maestro.
su questa morbidezza, una ragazza giaceva; il Tempo, poi, le disse di andare. così la ragazza, a piedi nudi sul prato, è scivolata via; così la ragazza, il viso impassibile, ha abbandonato il suo caldo rifugio: lì, tra i cuscini, ha lasciato il suo cuore.
Un falco volteggia, austero.
[...respiro di lana...]
venerdì 8 gennaio 2010
visioni di dolce sonno
sentirsi vivi, davvero, come se finora si fosse soltanto sopravvissuti al tempo.
e guardarsi allo specchio e non trovarsi invecchiati, ma non resistere allo spontaneo piegarsi, morbido, di labbra felici.
davvero, un cammello tentava di sitemare borse della spesa in macchina; due cani attraversavano la strada...
e guardarsi allo specchio e non trovarsi invecchiati, ma non resistere allo spontaneo piegarsi, morbido, di labbra felici.
davvero, un cammello tentava di sitemare borse della spesa in macchina; due cani attraversavano la strada...
domenica 3 gennaio 2010
troppo personale
troppo, troppo immersa nelle cose. cerca rifugio, ancora una volta, nel glorioso divagare del verbo. ma stasera, ahimè, nessuna clemenza è per me. perfino i tasti rispondono crudi alle mie dita, il ticchettìo s'insinua fra i nervi del collo, tutto mi infanga, mi incatena a questa sera senza senso. stasera niente difese nè astrazioni, nessuna protezione, per l'anima -incredibilmente, infinitamente- fragile di una testarda.
tragedie, commedie,
son le nostre, non vite;
per questo v'invito,
v'imploro,
fratelli,
scrivete, fuggite...
tragedie, commedie,
son le nostre, non vite;
per questo v'invito,
v'imploro,
fratelli,
scrivete, fuggite...
sabato 2 gennaio 2010
thoughtful but speechless
...magnifico, nella sua semplicità.
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