mercoledì 25 novembre 2009

tempo

cerco di mettere insieme brandelli di memoria...e se il collante usato sarà la creatività, abbiate pietà di questa piccola anima...ricostruisco le prime ore di questa stranissima giornata, o almeno ci provo.

fase 1: illusione---------------------------------------------------------------------
una landa bruna ci circonda, a stento sostiene il peso di un cielo grigio di nubi. il vento la spazza, non importa se con dolcezza o con forza, il risultato è ostile e desolante. un cavaliere ci avvicina (ci? chi siamo? non ne ho idea, ma già so che ci avvicina, qualcuno, o molti, sono con me) non riesco a guardarlo in volto, ha un'armatura pesante e cavalca un destriero bruno che è tutt'uno con la terra arsa. qualcosa, non so cosa, mi fa intendere qualche minaccia, che tornerà, sì tornerà, per cercare me, per rubarmi qualcosa. tutti, a causa mia, sono coinvolti nella caccia. a questo punto non c'è scelta: decidiamo di dividerci (ma chi siamo? ancora non distinguo volti) in modo da disorientare le ricerche. prima però, svuoto il mio zaino di scuola di tutto il suo contenuto, distribuendolo a caso ai miei compagni di sventura: qualcosa già non va, nel mio zaino ci sono cose troppo comuni, troppo umane per il contesto...e così dono a qualcuno il mio libretto universitario, a qualcuno il mio portafogli, le mie chiavi...non-sense. comunque, io e Leoben (finalmente riconosco un volto!) decidiamo di andare via, ormai viaggeremo leggeri, veloci...
sono in una casa che non conosco, sola, se si esclude la voce di mia madre proveniente da un luogo che non distinguo. devo prepararmi alla caccia, penso a mettermi comoda, indosso la mia salopette e scarpe che non conosco, prendo con me il piumino bianco, nella landa fa freddo, a cavallo fa freddo, con il vento fa freddo, nel terrore fa freddo...riempio nuovamente il mio zaino: prendo la torcia che ha comprato mio padre, ne prendo un'altra qualora quella non funzionasse...non ho nient'altro. scappo, fuori dalla porta, su un pianerottolo decisamente troppo ampio, c'è Leoben che mi aspetta. non mi cacceranno da sola...metto ancora nei guai qualcuno. gli vado incontro, ma sul marmo del pavimento c'è come una fessura, sottile, la salto....dalla destra spunta un busto di uomo, trafelato, si scusa per non so che, ci chiede se vogliamo scendere al piano inferiore...annuiamo, qualche leva scatta, il piano di marmo che ci sorregge scivola giù....improvvisamente, quando ci troviamo al piano terra, lo stesso ragazzo sistema dei banchi, Leoben non obietta, io non capisco...in poco tempo molti ragazzi riempiono i tavoli appena sistemati, io nella mia piccolezza non vedo più cosa accade nelle prime file. intanto chiedo a Leoben se ha idea di quanto potrà durare la nostra caccia: forse credendo di rassicurarmi, mi dice che l'ultima è durata quasi un mese...un mese? io ho mille cose da fare in un mese, devo preparare gli esami...l'illusione comincia a riempirsi di crepe...
finalmente sentiamo di nuovo la voce del ragazzo dell'ascensore. ci dà consigli su come affrontare questo test di biologia, necessario per poter uscire dallo stabile e partire per la caccia...io non so nulla, e poi cosa centra la biologia? (l'illusione si fa sempre più tenue) e poi non posso stare qui, devo recuperare il mio portafogli e il mio libretto con il badge, o domani non mi faranno entrare in mensa (l'illusione si stira, comincia a lacerarsi)...Leoben mi tranquillizza, ne verremo fuori, per superare il test basta essere iscritti al "mater dei" e lui lo è...mater dei? non capisco...cos'è? l'illusione svanisce definitivamente....

fase 2: realtà------------------------------------------------------------------------
07:30 Bisogno profondo di respirare. libero il collo, lo espongo al freddo. su e giù, su e giù, il diaframma sembra impazzito, le narici gelano e al tempo stesso godono del freddo penetrante. respiri profondi...fuoco sotto e dentro di me, ghiaccio fuori. si tratta di trovare l'equilibrio....

perseguitata da "la canzone di Marinella"...frulla nella testa frulla...

2 commenti:

  1. ho dato solo un'occhiata al mondo dei blog, sono milioni ed io non ho troppo tempo da dedicargli.
    Ma tra quei tanti (o quei pochi) che ho letto, il tuo Nora è di gran lunga il più bello.
    Innanzi tutto perché scrivi bene, ma non basta.
    Altri usano bene le parole, ma tu scrivi per te stessa.
    Questo lo sento distintamente, le tue parole sono spontanee, non si curano troppo di chi le legge, sgorgano.
    é un gran pregio, perché ne scaturisce una foto naturale, non quelle pose contratte in cerca della perfezione estetica, artefatte e impegnate a celare i difetti, o presunti tali.

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    1. Koya...sicuramente il complimento più bello che abbia mai ricevuto! Grazie mille!

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