Denti bianchi,
-come tasti
di pianoforte,
come l'avorio
che furono-
che sussurrano,
lievi,
-come i venti
della savana
che videro-
pensieri vibranti
- come corde
di chitarra,
acciao armonico,
temprato.
Schiena tesa
- come archetto
di viola-
delicata -come il brivido
che la percorre-
che spezza,
incordata,
- come i crini
sulla pianura
al galoppo-
il silenzio nero
- d'un quarto
di pausa
infinito,
rotondo.
A concerto
dentro me
pensieri
in mille lingue
diverse,
in cento toni
dissonanti,
in dieci tempi
armonici,
con un solo
maestro,
una
sola
bacchetta.
Prego, ma...
RispondiElimina..se da una così misera ispirazione si vanta una così ricca discendenza letteraria, questo è solo merito tuo.
E' davvero molto bella, non lo dico tanto per dire.
;) sempre troppo gentile!
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