[...] S'ignora del tutto da quale fosco e infame delitto sarebbe stata contrassegnata quella sera: al ritorno dalla cucina Margherita si trovò fra le mani un pesante martello.
La nuda e invisibile volatrice si frenava e si esortava alla calma, le mani tremavano dall'impazienza. Mirando attentamente, essa colpì la tastiera del pianoforte e per tutto l'appartamento si diffuse il primo urlo lamentoso. Gridava disperatamente il Becker a mezza coda che era del tutto innocente. I suoi tasti sprofondavano, i rivestimenti di osso volavano da ogni parte.Lo strumento rimbombava, ululava, rantolava, tintinnava. Con un rumore che pareva quello di una rivoltellata, sotto il colpo del martello si spaccò la parte superiore, tirata a lucido, della cassa armonica. Ansimando, Margherita strappò e fracassò le corde col martello. [...]
Guazzando a piedi nudi nell'acqua, Margherita portò secchi e secchi d'acqua dalla cucina nello studio del critico, versandoli nei cassetti della scrivania. Poi, demolita col martello la porta della libreria in quello stesso studio, Margherita corse nella camera da letto, Dopo aver rotto l'armadio a specchio, ne tirò fuori un completo del critico e l'annegò nel bagno. Sul soffice, rigonfio letto a due piazze, vuotò tutto il calamaio che aveva preso nello studio. [...]
Prese a spaccare i grandi vasi di ficus nella stanza dove c'era il pianoforte, ma senza aver portato a termine la sua opera, tornò in camera da letto e con un coltello da cucina tagliò le lenzuola, mandò in frantumi le fotografie sotto il vetro.
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M. Bulgakov, Il Maestro e Margherita, cap. XXI, Il volo.