lunedì 24 febbraio 2014

di riflessioni e di gran pacche sulle spalle

Non sono una disfattista. O almeno spero.
Eppure a me girano i 5 minuti, mi si tirano i nervi, mi si rizzano i peli sulla schiena come il gatto, ogni volta che mi sento dire che insomma, noi italiani discendenti dei grandi romani, noi del rinascimento, noi di Leonardo, Michelangelo e Tiziano, noi di Verdi e Rossini. Noi poeti, santi e navigatori. E ogni tanto scienziati. Noi che senza di noi il resto del mondo stava ancora ad aprire i gusci con le pietre.

Eppure, eppure...eppure non vedo come qualche centinaio di figure rilevanti possano salvare 60 milioni di abitanti e il generale clima di sfacelo in cui versano, versiamo, versa l'Italia intera. Perchè, perdonatemi, loro avranno fatto la storia, l'arte, la scienza...ma noi non facciamo uno Stato (o quantomeno una società civile).

Perchè esser figlia di un uomo onesto non fa di me una persona onesta. Figurarsi poetessa, santa (al massimo Santanchè...) o chissà cosa.

E che gazza. Ladra.

2 commenti:

  1. Risposte
    1. No no... Credo ancora che ci sia, ben nascosta da qualche parte, una speranza per questo paese. E credo che elogiare ciò che è diverso da noi a prescindere sia più frutto dell'insoddisfazione che dell'esterofilia.

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