C'era una leggera brezza, quel pomeriggio che la guardò salire sul treno e, in un istante solo, la salutò per sempre.
Le sopracciglia un po' aggrottate, la bocca schiusa in un ultimo "Ciao" che non aveva avuto il coraggio di dirle.
Lei, la sua giovinezza, il suo impermeabile beige, le sue aspettative.
Aspettò che il treno partisse, poi girò sui tacchi e ripercorse, passo dopo passo, la logora strada verso casa, cercando di riportare alla mente quegli ultimi istanti, il suo viso, la sua voce. Cercò di imprimerli nella mente, sapendo che, prima o poi, l'avrebbe dimenticata.
Entrò in casa, si sfilò le scarpe ed il soprabito, infilò la vestaglia. Si sedette al tavolino, estrasse pipa e tabacco, si preparò ad una bella fumata. Prese il suo diario, lo aprì, e scrisse:
"C'era una leggera brezza, quel pomeriggio che la guardai salire sul treno e, in un istante solo, la salutai per sempre."
Lo chiuse e lo infilò in un angolo della libreria che, ne era certo, avrebbe dimenticato.
sabato 14 maggio 2016
venerdì 6 maggio 2016
Shhh [o anche: D'un verde e d'un rosso che fanno male]
Quest'inverno, qui da me, non si è vista neve.
Ma non ditelo ai tigli, loro non lo sanno.
Ma non ditelo ai tigli, loro non lo sanno.
domenica 1 maggio 2016
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