ho visto qualcuno, invisibile agli occhi, mettermi il morso: forzare i denti alla presa, costringere le guance alla trazione. incurante della mia mutazione animale, ho trainato per ore il carro vecchio e logoro della routine quotidiana.
è giunto poi un momento, salvifico, in cui quella barra di metallo si è dissolta...la mascella, indolenzita, ha tentato di pronunciare parole di dolce, puro, sereno giubilo.
poesia s'espandeva nell'aria, ma solo per me...
...perchè solo Orione, ormai, è testimone dei miei peccati.
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