domenica 19 giugno 2016

Da capo a capo (o anche: minestrone)

Correre forte,
verso il fronte delle nubi
seguita
a scorta
da un corvo.
Guardare la pioggia
abbattersi
sulla città
come da lontano,
ma così vicino
da vederla scendere,
schivarti,
arricciare le nubi.
Fare il pieno
di profumi,
del gelsomino,
del fico dalle foglie
larghe,
che questa pioggia rende
così terribilmente
possente,
presente,
penetrante.
Ascoltare
la musica
degli uomini,
di te che fischietti
battiato,
di chi si diverte
con simpatia
per quel diavolo,
di te che stai muto
ché il testo non lo sai,
ma sei lì, lo stesso.

5 commenti:

  1. Bella, il momento e l'azione sembra di viverli.

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  2. Il testo non lo sai ma il vento si sostituisce alle parole.
    Visioni del mondo come da un altro pianeta.
    Il bisogno di sentirsi dio.
    La necessità di riscoprire sè stessi.
    Le prove di volo onirico.
    Perdere il proprio nome, la propria voce.
    L'arte che scivola come un sonaglio tra le mani.
    Fuori da tutto.

    Fuori per sempre.

    E dentro la pioggia ricordarsi il motivo per cui valga la pena correre.

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    1. La tua ultima frase è semplicemente perfetta... grazie!

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